Ogni anno in Italia, migliaia di donne ricevono la diagnosi di tumore al seno, la neoplasia più comunemente riscontrata nel paese. Dietro questa realtà si cela un dato che lascia sperare: la sopravvivenza a cinque anni si aggira intorno all’88%. Nonostante questo progresso, resta una criticità significativa, ovvero il rischio di recidive anche a distanza di molti anni dall’intervento, specialmente nei casi di tumori ormono-sensibili. Questo impone una sorveglianza costante e un approccio terapeutico che guardi oltre le cure standard, puntando a stabilizzare la malattia nel tempo.
L’attenzione si è spostata oltre la tradizionale diagnosi precoce e i trattamenti farmacologici. Lo stile di vita emerge come componente chiave nella gestione della patologia. È ormai consolidato che l’attività fisica regolare può abbattere il rischio di mortalità associato fino al 53% rispetto a uno stile sedentario. L’esercizio si configura quindi come un vero e proprio “farmaco naturale”, capace di supportare sia la prevenzione delle recidive sia di attenuare alcuni effetti collaterali frequenti delle terapie oncologiche, come la stanchezza cronica o i dolori articolari, che possono ridursi di quasi un terzo.*
Un aspetto che spesso passa inosservato, soprattutto durante i mesi invernali, è come la ripresa dell’attività fisica dopo i cicli di cura migliori non solo la condizione fisica, ma anche lo stato mentale. Le pazienti riscontrano un rafforzamento della resilienza, fondamentale per il lungo percorso di trattamento. Proprio su questo si fonda una campagna nazionale che coinvolge migliaia di donne, promuovendo un modello integrato in cui benessere, movimento e supporto medico procedono di pari passo.

Il ruolo dell’attività fisica nella gestione del tumore al seno
Il valore dell’attività fisica durante il percorso di cura per il tumore al seno supera la pura mobilità. Numerose ricerche confermano che praticare sport contribuisce a una riduzione significativa del rischio di mortalità. Inoltre, l’esercizio fisico è utile nella gestione di sintomi spesso trascurati, come la fatica persistente e il dolore muscolo-scheletrico, che si manifestano come conseguenza delle terapie.
Le forme di attività più diffuse tra le pazienti includono la camminata veloce, preferita da quasi la metà delle donne coinvolte in vari programmi di riabilitazione, seguita dallo yoga, dalla meditazione, dalla danza e dalla ginnastica aerobica. L’effetto positivo di un esercizio dolce e costante sulla risposta immunitaria e sulla salute mentale è spesso sottostimato, eppure questi elementi sono fondamentali per affrontare un trattamento generalmente lungo e impegnativo sotto diversi aspetti.
Per questo motivo, molte organizzazioni italiane hanno scelto di dedicare parte delle loro campagne di sensibilizzazione alla divulgazione dell’importanza di mantenere un livello adeguato di attività fisica. Un programma di esercizi personalizzato può migliorare significativamente la qualità della vita delle donne, anche andando oltre le fasi acute della malattia. Gli oncologi invitano sempre più spesso a considerare la combinazione tra terapia medica e stile di vita come un fattore determinante per ottenere i migliori risultati possibili.
La ricerca e le nuove terapie: un’occasione per ridurre le recidive
Parallelamente all’importanza dello stile di vita, la ricerca scientifica sta facendo passi avanti nella lotta contro il tumore al seno, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle recidive. Nei tumori ormono-sensibili, la combinazione di terapie endocrine con inibitori selettivi, come il ribociclib, rappresenta un progresso significativo. Questo farmaco blocca specifiche proteine coinvolte nella crescita delle cellule tumorali e, nei trial clinici, ha dimostrato di ridurre il rischio di recidiva fino al 28%.
L’efficacia di questo trattamento è particolarmente rilevante nelle fasi iniziali della malattia, anche in assenza di coinvolgimento linfonodale, ampliando così le opzioni terapeutiche per molte pazienti. Chi vive in città nota meno spesso come l’approccio multidisciplinare, che integra trattamenti innovativi e supporto psicologico e sociale, sia essenziale per offrire una migliore qualità di vita lungo l’intero percorso.
Il modello di cura moderno dimostra che la prevenzione, l’attenzione al corpo e la scienza non sono elementi separati, ma convergono per ampliare le prospettive di una convivenza sostenibile nel tempo con la patologia. Questo nuovo orizzonte, pur ancora in evoluzione, offre a chi affronta il tumore al seno un’opportunità concreta di vivere con maggiore speranza e consapevolezza.